La nostra quotidianità è ormai scandita da termini inglesi, anche quando si tratta di cibo. Abbiamo il fast-food, il junk-food, il finger-food e lo slow-food. Conosciamoli meglio.
Fast food. In italiano significa cibo veloce e non solo nella consumazione, ma anche nella preparazione e nella somministrazione., e dal costo sostenibile. Questa cucina è rappresentata principalmente da hamburger, hot-dog, patatine fritte, pizze ma anche da altre pietanze provenienti da diverse etnie come il kebab. A causa del bassissimo valore nutrizionale, dell’elevato apporto calorico e dal ricco contenuto in grassi saturi e zuccheri semplici, questo tipo di cibo ha dato vita ad un’ulteriore definizione, il junk food, il “cibo spazzatura”.
Di derivazione nasce anche il salty food, spicy food ed il sweet food, rispettivamente snack salati, piccanti e dolci. Pratici, veloci ed economici, ma purtroppo sinonimo di cattiva alimentazione, poiché aumentano il rischio di obesità, soprattutto infantile, diabete, cancro, malattie cardiovascolari e metaboliche. Per fortuna le alternative al classico fast food ci sono, veloci ed economiche anch’esse, ad esempio una ricca insalatona, con verdure magari accompagnate da bocconcini di pollo grigliato, mozzarella, tonno, crostini di pane o con tofu per i vegetariani. Per chi non sa rinunciare ai primi invece, meglio scegliere piatti a base di riso freddo o farro, sempre accompagnati da verdura fresca. Per gli amanti del classico panino, basta optare per un pane integrale o ai cereali, da imbottire con lattuga, pomodori, verdure grigliate e un affettato magro. Naturalmente evitate le salse come maionese e ketchup e optate per l’olio extravergine di oliva.
Finger food, ovvero il cibo da mangiare con le mani, tipico degli aperitivi. Il segreto per rendere salutare questo tipo di cucina tanto amato dai più giovani, è quello di optare ad esempio per ricette vegetariane o a base di legumi: pinzimonio, spiedini di caprese e ceci, sono una sana e gustosa alternativa a fritti e tartine. Da bere ottime e molto trendy le centrifughe di frutta e verdura o anche un buon vino, da preferire a cocktail alcolici e troppo zuccherati.
La terminologia inglese però non accompagna solo una cucina ‘discutibile’ da un punto di vista nutrizionale. Infatti con lo slow food entriamo nel mondo del bio e della tutela dei sapori veri, dell’ecosostenibile e a Km 0. Qui niente sostituzioni o alternative: la qualità e la salubrità dei cibi è garantita.